Benvenuti da Filippo

Milano

Di città ne ho viste diverse, ma Milano riesce a trasmettere un senso di fretta, frenesia, a volte perfino nevrosi, del tutto particolare. Camminare in Corso Buenos Aires, per un po’ il mio quartiere, èmolto interessante. Si incontra un’umanità variegata, dai classici milanesi di una certa età – che pure ci sono – alle modelle, ai manager rampanti o presunti tali, agli stranieri di varie etnie, un po’ turisti, ma per la maggior parte immigrati. Arabi, indiani, cinesi, sudamericani; stasera al parco di Porta Venezia mi ha colpito la classica coppia di turisti giapponesi, di mezza età, che camminavano tipo marcia, lui in testa. Camminando fai surf tra gente in cappotti neri o grigi,  molti se la tirano parecchio (tirarsela – ossia mantenere un certo standard per non sembrar “pezzenti” – costa).

La vita è cara e si ha la triste sensazione che la gente abbia bisogno di soldi, di tanti soldi, per ovviare al tempo che non ha. Mi dà l’idea che qui si paghino cose che in provincia sei libero di fare perchè hai spazio, perchè hai tempo, perchè la vita è più tranquilla. Anche correre al parco non è semplice, è una cosa che va organizzata, credo che la maggior parte delle persone paghi la palestra. Non ci sono distributori dell’acqua microfiltrata come da noi, il supermercato è più caro (ma il LIDL ha gli stessi prezzi di Ivrea!), il trasporto pubblico è pure caro – è un’altro dazio da pagare perchè non puoi camminare liberamente, la città è troppo grossa ed incasinata. C’è gente che si sposta in bici, ma hanno la stessa fretta dei pedoni, che si scansano a destra, a sinistra o al centro pur di passare, con quel loro passo veloce che hai sempre qualcuno dietro, e le donne si spostano costantemente la borsetta di qua e di là per paura che quel che ti sta col fiato sul collo sia magari un malintenzionato. In bici ho visto la gente rischiare la pelle tagliando i semafori o quasi schiacciata dall’autobus perchè c’erano macchine ferme lungo la strada.

L’appartamento dove sto è molto grande ma c’è un sacco di rumore, la metropolitana a volte fa vibrare il pavimento ed è un continuo carosello di motori, clacson, ambulanze, polizia e gente a piedi che va, di fretta, di qua e di là. Forse perchè andiamo verso Natale ci sono dele bancarelle lungo la strada, dei gazebo, però di notte li fanno sbaraccare. C’è da sopportare un gran frastuono e molto stress, però c’è anche l’altro lato della medaglia: la città è in effetti molto bella, ci sono un sacco di monumenti da esplorare; stasera sono stato a correre al parco di Porta Venezia e l’ho trovato molto bello, abbastanza curato, pulito, sicuro. Dei begli scorci fotografici, e palazzi d’epoca, statue, fontane e laghetti. Anche i servizi sono buoni, il trasporto pubblico è abbondante – non c’è mai troppo da aspettare per un bus o la metro – qui nell’appartamento sto usando il wifi gratuito del comune (OpenWifiMilano), qui lungo il corso poi ci sono un sacco di take away sfiziosi che prima o poi proverò tutti, dalla focacceria al kebab alla gastronomia dello Sri Lanka.

Ah, camminando per città mi ha anche colpito, a parte il numero impressionante di attività (alimentari ma non solo) gestite d immigrati extracom, il numero dei sexy shop: ce ne sono un casino! Si vede che la fretta ti trasforma un po’ in un robot (40 minuti per andare a lavorare, io a Torino ci mettevo un’ora ma facevo 60 Km), ed i robot hanno bisogno di stimolare un po’ il desiderio per riuscire a fare all’amore.

Stazione Centrale 

Largo Argentina 

 

Grattacieli

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