Benvenuti da Filippo

La crisi del commercio ed il lusso di fregarsene

Non venitemi a parlare di crisi. La gente non lavora perché non vuole lavorare, evidentemente c’è ancora troppo benessere ed è possibile decidere di non far nulla e godersi qualche tipo di rendita, magari degli affitti, la pensione, o quant’altro.

Ivrea, cronaca di un qualsiasi lunedì mattina. Prendo la mia bicicletta ed esco, ho una piccola lista di commissioni da fare. Devo spedire una raccomandata, mandare un fax, comprare una cartuccia di ricambio per la stampante,  cercare un pezzo di ricambio per lo scooter.

La raccomandata la si risolve meglio del previsto: appena mezz’ora di coda all’ufficio postale, che comunque alle 10:30 del mattino ha spedito appena 12 lettere, tutto il resto dell’attività è passaggio di denaro, tra chi preleva e chi paga bollette (tutte cose che si potrebbero fare senza andare al terribile ufficio postale, un vero buco nero per il tempo libero); invece… la raccomandata no, bisogna proprio andare a consegnarla a mano all’impiegato delle Poste.

Seconda tappa, il pezzo di ricambio. Dopo aver atteso pazientemente il mio turno in negozio – davanti a me c’è un vitellone morto di sonno che ci mette una vita a scegliere tra due tipi di latte di olio per auto – scopro che la sezione scooter il lunedì è chiusa. Tornare martedì.

Terza tappa, la cartuccia – intanto cerco di capire dove posso mandare il fax, sembra che nessuno faccia più questo servizio, e nonostante ciò esistono degli uffici che ti scrivono via email, ma da un indirizzo a cui non puoi rispondere, ogni comunicazione va mandata loro via lettera o fax. Terribile. Ma dicevamo, la cartuccia. Vorrei comprare nell’ordine di preferenza un kit di ricarica, una cartuccia rigenerata, una nuova compatibile, perfino una originale. Arrivo al negozio e… Chiuso, il lunedì si apre solo dopo le 15.

Quarta tappa. So di due posti dove posso inviare il fax. Uno è l’8 Bit Cafe in via Circonvallazione, è sulla mia strada. Sorpresa. L’insegna è diversa, hanno cambiato gestione. Più nessun servizio fax, internet cafe, corriere DHL. Tutto via, solo più cappuccino e toast. Complimenti. Secondo posto che mi viene in mente, cartoleria Mora. Ovviamente… Tutto sbarrato, lunedì chiuso!

Piuttosto arrabbiato, sulla mia bicicletta me ne torno a casa.

Risultato? Per il pezzo di ricambio ritornerò, anche se sono scettico che me lo possano procurare. Il kit di ricarica me lo comprerò su Internet dagli UK, con 15 euro 12 ricariche di colore quando in negozio ad Ivrea vendevano una cartuccia rigenerata a 24 euro. Ed il fax… Me lo mando da casa, riattivando il vecchio modem 56K.

Tutte queste attività hanno perso l’occasione non solo di guadagnare qualche spicciolo – vero, non volevo certo comprare un’auto o una casa – ma soprattutto hanno perso un cliente, e si sono fatte una pessima pubblicità. Se hai un esercizio commerciale, l’affidabilità è tutto. Andare in negozio, apposta, e trovare chiuso, per il cliente è molto peggio di andare e non trovare (che pure qui accade molto spesso, visto che i negozi hanno delle vetrine da alimentari al tempo dell’Unione Sovietica). La liberalizzazione degli orari non serve a nulla se poi i commercianti non hanno il senso del servizio per il cliente. E poi ci si chiede come mai i negozi scompaiano e la gente compri sempre di più online…

Per concludere ricordo solo una cosa: in Tailandia non solo i negozi sono sempre aperti, tutti i giorni e spesso anche la sera fin dopo cena, ma una volta, diversi anni fa, mi capitò di andare da un fotografo per copiare le foto dalla mia macchina fotografica su un CD. Era una piccola bottega, non avevano quel servizio. Ci fecero accomodare, il padrone diede la mia memory card ad un ragazzo che lavorava lì, che prese lo scooter ed andò a farsi masterizzare il CD. Un quarto d’ora dopo era di ritorno con il lavoro fatto. Nessuno, né ad Ivrea né in nessun altro posto in Italia, si è mai avvicinato ad un livello di servizio simile. Al massimo ti chiedono di tornare tra un paio di giorni. SVEGLIATEVI!

3 thoughts on “La crisi del commercio ed il lusso di fregarsene

  1. il lunedì mattina le persone (fortunate) vanno a lavorare e non in giro con la bici a cercare di far lavorare gli altri…

    1. Bene, allora se non serve ai più chiudiamo i negozi in orario di ufficio ed apriamoli nelle ore restanti… Basta intendersi!

  2. comunque è vero, tanti negozi stanno chiudendo ed aprono invece rivendite stranissime: hai visto quella che vende solo sigarette finte? ma che negozio è? quanta clientela può avere? vendono forse pacchetti di sigarette finte?

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