Benvenuti da Filippo

La Pietra di Bismantova

Questa passeggiata – ci si impiega al più mezz’ora dal piazzale del parcheggio seguendo un facile sentiero – porta in cima alla Pietra di Bismantova, una singolare formazione rocciosa nell’Appennino Tosco-Emiliano, ad una quarantina di chilometri da Reggio Emilia. La giornata era un po’ buia, di quelle con un temporale che ti gira intorno per ore; arrivati tardi, stanchi per un lunghissimo viaggio fatto di tornanti appenninici, scoprivamo che l’acqua si era scaricata proprio lì. Dall’Agriturismo il Ginepro (località Ginepreto, Castelnovo ne’ Monti) un sentiero corre attraverso i pascoli fino al parcheggio turistico alla base della Pietra, ma era inzuppato d’acqua. Il suolo calcareo era diventato un fango denso che si attacca alle scarpe, e combinandosi con la paglia lungo il ciglio della strada trasformava i nostri scarponi nelle zampe dell’Uomo di Paglia del “Mago di Oz”. Molto meglio il sentiero vero e proprio (quello che porta dal parcheggio alla sommità della Pietra) che invece corre nel bosco, aggirando l’impressionante strapiombo del versante Sud-Ovest e le sue guglie arrotondate per prenderle alle spalle, dove la montagna declina un po’ più dolcemente. Un po’ scivoloso a causa della pioggia, ma niente di che. Incontriamo un paio di squadre di arrampicatori che fanno pratica, poi un’ultima “scalinata” di roccia (attrezzata proprio per scrupolo con delle corde che però tornano molto comode con il bagnato) porta ad un primo pianoro ed infine alla parte panoramica, una vera e propria balconata sulla campagna appenninica. Colli e colline, pascoli, campi di grano, di mais, di girasole, boschi e radure, gruppi di case qua e là come semi gettati a manciate, da cui ogni tanto spunta la sagoma di un campanile. La luce del tramonto è stupenda, è un faro giallo poggiato poco sopra l’orizzonte dietro di noi che proietta l’ombra gigantesca della roccia sul bosco sottostante, sempre più lunga. Gli scorci sono davvero mozzafiato, anche lo strapiombo non sfigura con il Preikestolen per drammaticità ed impatto. Il prato di un verde e giallo brillante è puntinato dai fiori. Non c’è vento, non c’è nessuno, dietro di noi le nubi di un blu cobalto si stringono intorno al Monte Cusna e alle altre cime più alte dell’Appennino, soffocando pian piano il sole.
Sono momenti tutto sommato brevi, ma indimenticabili. Scendiamo per lo stesso sentiero dell’andata, il fango incredibilmente si è un po’ asciugato, ma rimaniamo sempre nel regno del Mago di Oz, e poi infine eccoci di nuovo al Ginepro, in tempo per una doccia veloce e poi la cena coi cappellacci al ragù!

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