Questa storia del film blasfemo su Maometto che scatena rivolte armate in vari paesi mi puzza un po’. Non sono una persona che vede complotti dappertutto, ma oggi guardando il telegiornale, che parlava di proteste da Sydney allo Yemen, dall’Afghanistan all’Egitto, con il sollecito dei Talebani al sollevamento popolare di tutti i Musulmani, beh, mo è semplicemente venuto spontaneo il dubbio che possa essere tutta una montatura.
Prima di scrivere ho cercato in rete qualche spezzone del film. E’ effettivamente una cagata pazzesca, una via di mezzo tra il comico ed il film di denuncia, con una certa carica di odio fascista che quando irride, irride per far male. Insomma, è un film provocatorio, a bassissimo budget, che non sfigurerebbe come materiale di propaganda anti-islamica di gruppi di gente tipo Breivik o simili. Su questo non discuto, però…
Però penso: e se questa pagliacciata, questo film tanto platealmente offsensivo quanto povero di contenuti, fosse stato prodotto proprio dai fondamentalisti islamici per fomentare una grande rivolta? Insomma l’uscita del trailer corrisponderebbe ad una specie di bomba ad olorogeria, in grado con un piccolo innesco (l’attaco di Al Qaeda all’ambasciata Americana in Libia) di provocare una rivolta su vasta scala, generando autonomamente mille e mille focolai?
Il fatto che anche la giustiza americana abbia fermato ed interrogato uno dei supposti produttori del film, si dice cristiano copto di orgine egiziana, mi fa pensare che ci sia dietro qualcosa di poco chiaro. Insomma, la vicenda mi sembra davvero troppo paradossale per non avere un “doppio fondo”.
Vedremo.
Sia chiaro comunque che mi schiero totalmente per la libertà di opinione. Se la stupidità di opere del genere si commenta da sola, tuttavia a nessuno può essere impedito, con la violenza fisica o psicologica, di esprimere una propria opinione, per quanto delirante o offensiva. Considerare nel mondo Occidentale chi ha pensato, realizzato o promosso questo film in qualche modo responsabile della morte delle persone uccise negli scontri in Libia, Afghanistan o Yemen, significa rinunciare ad una libertà conquistata nel corso di centinaia d’anni di lotta contro il potere delle tirannia e della religione, una lotta che ha avuto centinaia di martiri, eliminati perchè esprimevano la loro opinione in contrasto con quella promossa dal potere costituito, rifiutandosi di abbassare la testa, come Giordano Bruno. La responsabilità di questi eccidi ricade tutta su coloro che, manipolati da Al Qaeda o in buona (o cattiva?) fede, li hanno materialmente commessi. E se c’è un Paradiso, di sicuro non è un posto per gente che ci arriva con le mani macchiate di sangue.