Benvenuti da Filippo

La crisi del commercio ed il lusso di fregarsene, parte seconda

Ripensando a quanto scritto e parlandone con un amico commerciante, appare chiaro come la questione del degrado commerciale si incastri perfettamente nella decadenza di questo paese, che non ha saputo costruire una macchina statale efficiente, sicchè finchè c’era espansione ed i soldi arrivavano, tutto bene, poi quando i flussi di denaro si sono inariditi per dirottarsi progressivamente verso altri lidi, si è cominciato a capire come l’infrastruttura tutta fosse solo di cartone, non molto diversa dal governo spagnolo del Lombardo-Veneto dei Promessi Sposi.

In sostanza se in Tailandia dietro ad ogni negozio c’è una famiglia o comunque un piccolo staff, i nostri piccoli negozi li manda avanti una persona sola. Le leggi che abbiamo (la tassazione iniqua, requisiti e norme da ottemperare di ogni tipo, ecc) non permettono ai più di assumere dipendenti ed in generale di crescere. Così sembra ancora che io voglia far lavorare il povero negoziante 24 ore su 24, 7 giorni su 7, come uno schiavo… No! Io voglio che si organizzi, è il negozio che vorrei aperto, che vorrei affidabile. Non pretendo mica che ci sia la stessa persona tutto il tempo dietro la cassa! Quindi, come al solito, la colpa è di un sacco di cose, e quindi di nessuno… Non si può davvero cambiare questo stato di cose senza una rivoluzione?

Non lo so; per me meno regole ci sono, meglio è, perchè poi è il mercato che si autoregolamenta. Voglio essere libero di rischiare, di farmi il mazzo, di non pagare previdenza obbligatoria, di proporre uno stipendio da fame o perfino in natura, in base alle possibilità della mia attività; se le condizioni che offro fanno proprio schifo, nessuno le accetterà, no? Quindi sarò costretto ad offrire un po’ di più per trovare personale, ed in base a quello che offro, troverò personale sempre migliore. Ovvio che voglio essere anche libero di licenziare, con un malus proporzionale a quello che offro, o comunque concordato a priori. Perchè ci devono essere regole su tutto? Così si uccide l’imprenditorialità.

E comunque ad Ivrea qualcuno che fa bene c’è, ad esempio vi consiglio la gelateria Madagascar; loro sì che sono sempre aperti, anche la sera, che se hai voglia di mangiare un gelato esci e trovi tutto chiuso. La signora che gestisce il locale è una tosta, tempo fa ero passato di mattina e vendevano pure la pizza. Quando vedo lavorare così, me lo ricordo bene, ritorno spesso e faccio pubblicità. Cosa dire poi dell’Asiaminimart dove Corrado si fa in 4 per soddisfare i desideri (leciti) dei suoi clienti, ed ho scoperto che manda pure i fax… Ottimo, perchè con il modem a 56K e la mia linea telefonica ho avuto qualche problema! In ogni caso era solo per mandare a quel paese l’AirFrance…

 

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