Guida Turistica

L’Abbazia di San Benedetto

Appena fuori l’antica cerchia di mura, sulla strada che uscendo dalla porta di Val si diparte parallela a quella maestra per Cossano, si trova una regione chiamata “Prevostura”. Si tratta di un piccolo altipiano che se sulla destra è fiancheggiato dalla collina, sulla sinistra degrada verso la pianura in terrazzamenti a volte coltivati a vigneti o kiwi. Proprio in questa scarpata ci si può imbattere nelle rovine di un edificio antichissimo, ormai visibili solo ad un occhio attento in quanto rase al suolo dalla mano dell’uomo e ricoperte da una fitta vegetazione. [Leggi]

S. Maria Maggiore di Borgarello

Sorge nella campagna bassa borgomasinese, al confine con il territorio del comune di Vestignè. Ai suoi fianchi da un lato la collina morenica, dall’altro il Naviglio d’Ivrea. La chiesa ha origini antichissime ed una storia travagliata, i cui albori possono tranquillamente essere fatti risalire al sesto secolo dopo Cristo, quando con l’orda longobarda giunsero e si stanziarono in questa zona delle popolazioni di stirpe bulgara. [Leggi]

Pera Cunca

A poca distanza dal trivio collinare che collega tra loro i paesi di Borgomasino, Masino e Cossano, si stende la regione Lusenta, bosco antico di querce e castani, il cuore della collina borgomasinese, dove l’infestante gaggìa non è ancora riuscita a fare breccia. Le foglie secche si accumulano in abbondanti strati sui fianchi della collina – siamo a pochi passi dal crinale Est, che si affaccia sulla campagna Cossanese, qua e là tracce sparse delle scorribande notturne dei cinghiali. Attorniata dai castagni, poggia su una piccola collinetta naturale la Pera Cunca, masso erratico depositato in questi luoghi dal ghiacciaio qualche migliaio di anni fa (ci troviamo infatti sull’estremità meridionale della Serra Morenica del Canavese). [Leggi]

Il Circuito delle Cappelle

Le tre cappelle ancora oggi officiate sono quelli del Nosello (a sud), del Rosario (ad est), e di Borgarello (nord-ovest), tutte dedicate alla Madonna. Non va inoltre dimenticata la chiesetta di S. Rocco, da tempo in disuso, in regione Palena. [Leggi]

La Chiesa di San Martino

Le origini della chiesa di San Martino possono essere fatte risalire all’inizio del XIII secolo. Il suo nome compare in un documento del 1272, anche se ci si riferisce ad un edificio molto più modesto dell’attuale, a due navate e tre altari. Fin dalle prime descrizioni il problema principale con cui la chiesa si trova a combattere è l’estrema umidità del luogo. La povertà di mezzi di parrocchiani e paese non permette grandi rimedi, soprattutto considerando che la chiesa deve fare i conti con quella parrocchiale del SS Salvatore, che agli occhi della Curia ha sempre la precedenza. [Leggi]

La Parrocchiale del Santissimo Salvatore

La principale e più imponente chiesa di Borgomasino è un imponnte edificio settecentesco, di stile barocco, il cui progetto finale è opera del famoso architetto piemontese Bernardo Vittone. La chiesa non solo spicca sui tetti delle case e domina ogni veduta del paese, ma ha anche un profondo valore simbolico per la storia locale: la sua costruzione, al posto della vecchia e pericolante antica chiesa parrocchiale, fu a lungo osteggiata dai sostenitori della parrocchiale di San Martino: ultimo atto, questo, di una contesa per l’egemonia che imperversò per almeno due secoli. La nuova chiesa segnò infine la composizione delle liti e l’unificazione di confraternite che avevano fatto a lungo a gara per primeggiare, seppur con gli scarsi mezzi dovuti alla povertà del luogo, che la sua storia non mancherà di ricordarci. [Leggi]

L’Antica Chiesa

Il nucleo originario di Borgomasino sorgeva accanto al castello. La prima, antica chiesa ne era parte integrante. La Chiesa del Santissimo Salvatore del Castello di Bulgaro è citata per la prima volta in un documento di donazione del 1170. [Leggi]

Il Castello di Borgomasino

Costruito sulla parte più alta e meglio difendibile del paese, il castello ha origini molto antiche: i primi documenti storici che ne parlano risalgono al XI secolo. All’epoca questa terra era di notevole importanza strategica, essendo terra di confine tra i territori di Ivrea e Vercelli, città sovente in guerra tra loro per l’egemonia. [Leggi]

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